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MAROTTA CONTRO LA “CULTURA DELL’INVIDIA”: “L’INTER NON HA MAI RISCHIATO IL FALLIMENTO”

Il presidente nerazzurro difende la stabilità finanziaria del club e smonta le voci su Paratici-Milan: “Una leggenda metropolitana”

Le finanze dell’Inter sono sotto controllo, altro che fallimento. Beppe Marotta non usa mezzi termini per rispondere alle critiche sulla situazione economica del club campione d’Italia. Intervenuto all’evento “Il Foglio a San Siro”, il presidente nerazzurro ha affrontato di petto le provocazioni circolate negli ultimi mesi riguardo la stabilità finanziaria della società.

La situazione finanziaria e i “luoghi comuni”

“C’è chi dice che l’Inter vince o fallisce… fallire è una parolaccia”, ha esordito Marotta con tono deciso. “Su di noi ne dicono tante, fa parte del concetto italiano della cultura dell’invidia. Chi vince si porta dietro questo concetto che è sbagliato”.

I conti sono in ordine e tutti i parametri rispettati. Il dirigente ha fornito rassicurazioni concrete: “Non abbiamo mai rischiato il fallimento, abbiamo una esposizione finanziaria che controlliamo benissimo e non abbiamo altri debiti verso fornitori e banche, altrimenti non avremmo potuto essere iscritti. Abbiamo parametri finanziari economici da rispettare, non siamo mai incappati in multe. Paghiamo regolarmente tutti i debiti e i contributi”.

Marotta ha voluto chiarire quello che considera un equivoco diffuso: “C’è questo luogo comune di confondere le difficoltà sopra la nostra testa rispetto alla gestione ordinaria dell’Inter”. Una distinzione importante che sottolinea come l’eventuale cambio di proprietà non influisca sull’operatività quotidiana del club, che resta solida e ben gestita.

Il “caso Paratici” e i rapporti con il Milan

La risposta più colorita è arrivata quando gli è stato chiesto della vicenda Paratici-Milan, il cui passaggio in rossonero sembra definitivamente tramontato. Marotta non ha usato giri di parole: “È una leggenda metropolitana. Come è possibile immaginare io abbia potuto condizionare la proprietà, il presidente o l’ad del Milan, tutte persone che hanno competenze. Non aspettano un mio suggerimento”.

La rivalità come stimolo positivo. “Anche volendo, qual sarebbe l’accusa, cosa avrei fatto? Se Paratici viene a fare il direttore sportivo del Milan sarei anche contento perché mi genererebbe ulteriori stimoli, per cui sarei ancora più incazzato”, ha aggiunto con la schiettezza che lo contraddistingue.

Una risposta che mette a tacere le voci di un presunto intervento del dirigente nerazzurro per bloccare l’arrivo del suo ex collaboratore alla Juventus sulla sponda rossonera di Milano. Per maggiori informazioni sul mondo del calcio e sulle dinamiche dei trasferimenti dirigenziali, che spesso sono complesse quanto quelle dei calciatori, esistono approfondimenti dedicati.

Tra Bayern e Cagliari: l’importanza della mentalità

Il discorso si è poi spostato sul campo, tra la recente vittoria in Champions League contro il Bayern Monaco e il prossimo impegno in campionato contro il Cagliari.

Non abbassare la guardia. “Siamo contenti di essere presenti al momento giusto nelle varie competizioni, questo miravamo a raggiungerlo e lo abbiamo fatto. Abbiamo l’obbligo di crederci fino in fondo”, ha dichiarato Marotta. “Ci terrei a dire che a Monaco abbiamo sì vinto, ma non abbiamo vinto nulla. La mia esperienza mi insegna che tutti i risultati possono essere stravolti”.

Il presidente ha sottolineato il pericolo di un calo di tensione: “Ora si invertono le parti dove i favoriti siamo noi e quelli sfavoriti sono loro. Sta a noi avere la mentalità e la motivazione giusta. Non dobbiamo dimenticare che sabato abbiamo un appuntamento importante, se non hai la motivazione e la concentrazione rischi di non essere all’altezza del ruolo”.

Un approccio che ricorda quanto sia fondamentale la mentalità nello sport professionistico, dove anche i casi più controversi come la condanna di Manolo Portanova dimostrano l’importanza di comportamenti corretti dentro e fuori dal campo.

Gli elogi a Inzaghi: “Nella prima fascia dei miei allenatori”

Parole al miele per Simone Inzaghi, artefice dei recenti successi nerazzurri. “Abbiamo avuto quella circostanza favorevole che si chiama fortuna di prenderlo al momento giusto. Quando Conte andò via non c’erano grandi disponibilità, per fortuna non aveva ancora firmato il rinnovo con la Lazio”, ha rivelato Marotta.

Un tecnico completo. “Abbiamo trovato un professionista serio e un bravo allenatore che oggi è ancora tra i più giovani. Ha dimostrato di possedere conoscenze specifiche del mondo del calcio. Non è bravo solo nella tattica e nella tecnica, ma soprattutto nella gestione degli uomini che è uno degli aspetti più difficili oggi. Lo metterei nella prima fascia tra i miei allenatori”.

Una promozione significativa considerando il calibro degli allenatori con cui il dirigente ha lavorato nel corso della sua lunga carriera, da Antonio Conte a Max Allegri, passando per tanti altri tecnici di livello internazionale.

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